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Do you go by feet? No, I prefer my wheels!

Florence is not an easy city if you are sitting on a wheelchair: the paving of the old town shakes you like a strawberry inside a cup of milk! But the beauty all around you open your mind to the wonders

È inevitabile, questa estate che non decolla mi ricorda il tramonto settembrino sul Lungarno, il sole tiepido che si riverberava sull’acqua e lambiva le spalle e le braccia nude. Firenze è una città complicata per chi si sposta su una sedia a rotelle: la pavimentazione del centro storico provoca continui e fastidiosi sobbalzi. Giunta a sera, ricordo, sentivo il collo e la schiena pressati dentro una tenaglia, tuttavia la bellezza di quei luoghi, dei vicoli come delle piazze, dei palazzi come delle sculture, rendeva non solo sopportabile, ma addirittura necessario arrancare lungo quel cammino di memorie rinascimentali, sotto un cielo che da infuocato virava ai toni freddi dello spettro e rabbuiava le strade.

“Oh my God! My feet…my feet!” he yelled, but his wife started to laugh and then she said: “That wheelchair seems very heavy, I like it!” and she kept to laugh at him.

Avevamo attraversato Ponte Vecchio ed io, che anziché utilizzare due gambe cammino con quattro ruote, lo avevo percorso in bilico su uno stretto marciapiede finendo per salire sui piedi di uno sfortunato inglese che usciva da una prestigiosa gioielleria.

Ci eravamo quindi diretti verso Piazza de’ Pitti – fortunatamente senza altri infortuni sulla coscienza – e lì ci eravamo fermati per cenare in un locale piuttosto elegante e con un piccolo dehors che si affacciava su Palazzo Pitti. La notte era calata su Firenze, una notte mite, assonnata.  Avevamo preso posto a un tavolo all’interno del locale, giacché quelli sulla piazza erano già occupati da altri commensali. Dentro il locale si respirava un intenso profumo di cotture, odore di brace, di soffritti, di zafferano e di menta.  Avevo iniziato a scorrere il menù, cercando di intuirne il ventaglio di sapori.  Un evento inatteso, però, stava per compromettere la cena…

from Florence to Turin

I didn’t know what was going to happen soon

Tutto ha avuto inizio durante un viaggio a Firenze. L’idea era quella di trascorrere un weekend nella città che più amavo, dopo la nostalgica Torino s’intende, sicché mi ero portata appresso un piccolo bagaglio ed ero partita in una tarda mattina di settembre. Non ero sola. Con me avevo portato colui che presto avrebbe cambiato la mia vita drasticamente. Come tutti i cambiamenti repentini, incoscienti anche, sarebbe precipitato sulla mia vita come una pesante costruzione minata alle fondamenta: con un crollo verticale fragoroso e fatale.
Ho deciso il mio futuro in poche ore, prima che le luci dell’alba rampinassero gli occhi.

A distanza di un mese reggevo tra le mani le chiavi dell’abitazione torinese: la mia prima casa! Mia, soltanto mia. Il passaporto per la vita adulta.

Non sapevo ancora, tuttavia, ciò che mi aspettava…