Se nel prendere gli ascensori puoi assicurarti di evitare l’inscatolamento con spugne umane grondanti sudore, dentro i Musei sei obbligato a rischiare! (go to the English version)
Capita, talvolta, di trovarsi nella stessa sala con persone che – incuranti delle più basilari norme igieniche – effondono nell’aria un acre odore, in un crescendo di aromi nauseabondi che va dall’effluvio rancido di ortaggi ammuffiti al fetore mefitico di capra bagnata. Sicché non resta che spostarsi in un’altra sala, giungendo finanche a seguire il percorso di visita al contrario, in nome della sopravvivenza.
Questo è uno dei motivi per cui non amo andare nei luoghi affollati in estate – a meno che non siano all’aria aperta.
Di certo, però, l’estate è la stagione ideale per salire sulla cupola della Mole Antonelliana. Ed è un peccato rinunciare all’ennesima visita al Museo per timore di appestamenti sudoriferi. Così, addestrate come soldati a depistare il nemico, abbiamo affrontato tutto il percorso per concludere, poi, la visita a 85 mt d’altezza, dominando i tetti della città. Naturalmente, nella prima sala che abbiamo visitato ci siamo imbattute in una pericolosa coppia di puzzoni, ma l’abbiamo prontamente superata e dimenticata tra la folla di visitatori.
Abbiamo, infine, concluso la serata con una raffinatissima cena all’Arcadia, il famoso ristorante di Piero Chiambretti, situato sotto la Galleria Subalpina. Di fronte a un piatto di gnocchetti verdi con fiori di zucca e ad un calice di Chardonnay – che io, da inguaribile astemia, ho lasciato alle mie amiche – abbiamo potuto, finalmente, godere di profumi gradevoli e invitanti…